Il Giappone come set cinematografico: la condizione umana in scena, tra quotidianità e orrore atomico. Torna a La Compagnia per la sua seconda edizione il Festival del cinema giapponese in Toscana.

Anche questa edizione del Festival, inaugurato nel 2023, vuole presentare aspetti non scontati del paesaggio giapponese, che partecipa alla narrazione delle vicende filmiche con la forza di un vero e proprio personaggio. In occasione dell’ottantesimo anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto 1945), l’evento si arricchisce di un focus sul cinema della bomba atomica, nell’ambito del progetto “Hiroshima e Nagasaki 2025: Percorsi di memoria e di pace a 80 anni dal bombardamento atomico“, che l’Università per Stranieri di Siena porterà avanti nell’arco del 2025, anche in collaborazione con l’Organizzazione no profit ANT-Hiroshima. All’iniziativa è riconosciuto il patrocinio della Rete delle Università per la Pace.
Tanti gli eventi e gli appuntamenti sul tema: in occasione della cerimonia di apertura Takeuchi Ryōtarō eseguirà, di Johann Sebastian Bach, Sarabanda, Giga, Ciaccona (Partita n. 2 in re minore BWV 1004), nell’ambito dei concerti offerti dai musicisti giapponesi per la pace, Heiwa e no inori (Preghiera per la pace), al termine poi della manifestazione verrà lanciato il concorso per le scuole superiori toscane “Per costruire la pace: a 80 anni da Hiroshima e Nagasaki“, che mette in palio un biglietto aereo per il Giappone.
Il Festival del Cinema Giapponese in Toscana è un’attività di Terza Missione del Dipartimento DISU dell’Università per Stranieri di Siena, in collaborazione con l’Istituto Giapponese di Cultura – Roma, la Regione Toscana, la Fondazione Sistema Toscana e il Comune di Kanramachi.
IL FESTIVAL È INTERAMENTE A INGRESSO LIBERO
PROGRAMMA
GIOVEDì 5 GIUGNO
17.30 | CERIMONIA DI APERTURA
Saluti istituzionali, con un video-contributo dell’Organizzazione no profit ANT-Hiroshima.
a seguire
Nell’ambito dei concerti offerti dai musicisti giapponesi per la pace, Heiwa e no inori (Preghiera per la pace), Takeuchi Ryōtarō esegue, di Johann Sebastian Bach, Sarabanda, Giga, Ciaccona (Partita n. 2 in re minore BWV 1004).
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20.30 | Il male non esiste (Aku wa sonzai shinai) di Hamaguchi Ryūsuke (2023, 106′, v.o. sot ita)
In una tranquilla località ricca di boschi nelle vicinanze di Tōkyō, la vita scorre in armonia con la natura. A sconvolgere la pace arriva la proposta, da parte di un’impresa della metropoli, di costruire sul luogo un lussuoso glamping. Il vedovo tuttofare Takumi, che vive nel villaggio insieme alla figlia Hana, si troverà coinvolto, suo malgrado, nel conflitto tra gli interessi economici della città e quelli della comunità locale.
VENERDì 6 GIUGNO – PAESAGGI GIAPPONESI
11.00 | La foresta dei sogni (The sea of trees) di Gus Van Sant (2015, 110′, v.o. sot ita)
In lutto per la morte della moglie, l’americano Arthur Brennan decide di raggiungere la foresta di Aokigahara, chiamata anche “la foresta dei sogni”, per togliersi la vita. Proprio in quella fitta foresta ai piedi del Monte Fuji incontrerà il giapponese Takumi, smarritosi nel “mare di alberi” dopo aver rinunciato al suicidio. I due tenteranno insieme di trovare una via d’uscita e un nuovo significato alla propria esistenza.
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17.00 | Viaggio in Giappone (Sidonie au Japon) di Élise Girard (2023, 109′, v.o. sot ita)
Sidonie, scrittrice francese segnata dalla morte del marito, accetta un invito in Giappone per promuovere la riedizione del suo romanzo di maggior successo. Accolta dall’editore giapponese, la donna intraprende un viaggio tra i paesaggi di Kyōto e Nara, punteggiati da antichi templi e santuari, e ne rimane affascinata. L’esperienza la costringerà a confrontarsi con il dolore della perdita e ad accogliere la rinascita.
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21.00 – | Viaggio a Tōkyō (Tōkyō monogatari) di Ozu Yasujirō (1953, 137′, v.o. sot ita)
Una coppia di anziani si reca a Tōkyō per visitare i figli ormai adulti, ma scopre che sono troppo occupati per badare a loro. Solo la nuora, giovane vedova dell’amato figlio morto in guerra, si mostra attenta e affettuosa verso i suoceri. Con sguardo sobrio e delicato, Yasujirō Ozu esplora la distanza generazionale, l’egoismo del quotidiano di una metropoli in fermento e la solitudine, offrendo un ritratto commovente del cambiamento dei legami familiari nella società moderna.
SABATO 7 GIUGNO – HIROSHIMA E NAGASAKI
10.00 | Le campane di Nagasaki (Nagasaki no kane) di Ōba Hideo (1950, 94′, v. ita)
Il film racconta la storia vera di Nagai Takashi, medico e radiologo cristiano sopravvissuto al bombardamento atomico di Nagasaki. Dopo aver perso la moglie nell’esplosione, Nagai decide di dedicarsi alla cura dei feriti, in un percorso di riflessione spirituale sul senso del dolore e della fede. Uscito in Giappone nel 1950, in piena occupazione americana, l’opera è arrivata in Italia grazie all’impegno dei Missionari Saveriani, che ne hanno curato la traduzione e il doppiaggio.
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17.00 | Rapsodia in agosto (Hachigatsu no rapusodī) di Kurosawa Akira (1991, 98′, v.o. sot ita)
Durante un’estate a casa della nonna Kane, tre nipoti scoprono il passato della famiglia, segnato dal bombardamento atomico di Nagasaki. L’invito a Honolulu per Kane da parte del fratello emigrato negli Stati Uniti prima della guerra e la visita in Giappone del nipote Clark (interpretato da Richard Gere) riapriranno, sì, vecchie ferite, ma permetteranno di sostituire ai non detti la possibilità di un dialogo autentico.
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21.00 | Hiroshima mon amour (Hiroshima mon amour) di Alain Resnais (1959, 90′, v.o. sot ita)
A Hiroshima, una giovane attrice francese intreccia una breve relazione con un architetto giapponese. I loro dialoghi evocano ricordi dolorosi: lei ripensa a un amore perduto durante la guerra in Europa, lui alla devastazione atomica. Hiroshima mon amour, un film di Alain Resnais tratto dall’omonimo romanzo di Marguerite Duras, è un intenso racconto sull’amore, la memoria e l’impossibilità di dimenticare gli orrori della guerra, tra passato individuale e tragedia collettiva.
DOMENICA 8 GIUGNO – MESSAGGI DI PACE
10.00 | L’arpa birmana (Biruma no tategoto) di Ichikawa Kon (1956, 114”, v.o. sot ita)
Alla fine della Seconda guerra mondiale, dopo la notizia della capitolazione del Giappone, un soldato giapponese in Birmania, travolto dal dolore per i compagni caduti, decide di diventare monaco buddhista e dedicare la propria vita alla sepoltura dei commilitoni defunti. L’opera di Ichikawa Kon è una meditazione pacifista sul lutto, la compassione e la redenzione, oltre le esperienze di morte cui la guerra costringe.
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CERIMONIA DI CHIUSURA
Lancio del concorso per le scuole “Per costruire la pace: a 80 anni da Hiroshima e Nagasaki”.