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09-30 Marzo 2020

[Rassegna posticipata] Splendidi cinquantenni #2 // M. Night Shyamalan

Los Angeles 26 giugno; Londra 30 luglio; Mahe 6 agosto; Copenaghen 29 settembre. Quattro date che, a una rapida occhiata, non sembrano avere alcuna rilevanza storica e men che meno alcun filo rosso che le unisca.

Proviamo allora a fare un passo alla volta partendo, per esempio, dall’assolata west coast americana dove, poco dopo il solstizio estivo, vede la luce Paul Thomas Anderson, al quale oggi tutti riconoscono uno sguardo ampio sul mondo, grande nel formato e profondo nella forma. Attraversiamo l’oceano per atterrare nella capitale britannica dove, sotto un sole caldo e un cielo sicuramente meno limpido, emette i primi vagiti Christopher Nolan, da molti definito l’unico vero erede di Stanley Kubrick (ma, si sa, queste cose lasciano il tempo che trovano, chiedere a Maradona per conferma). La prima cosa che catturano gli occhi di Manoj Nelliyattu Shyamalan, che tutti oggi conosciamo come M. Night Shyamalan, è invece il paesaggio costiero di una piccola municipalità dell’India, nonostante i genitori siano medici emigrati da tempo in Pennsylvania. Infine la Danimarca dove, 14 anni dopo il genietto Lars von Trier, viene al mondo un altro grande innovatore del cinema di genere: Nicholas Winding Refn.

Sono tutti e quattro splendidi cinquantenni, nati nel 1970 a migliaia di chilometri di distanza eppure oggi vicini nel proporre uno sguardo autoriale, originale, sul mondo. A ciascuno di loro, partendo da Nolan e arrivando con calma fino a Giugno 2020, dedicheremo tre proiezioni, cercando di disegnare un percorso evolutivo all’interno delle rispettive filmografie e, così facendo, raccontando un pezzo importante del cinema a cavallo tra anni ‘90 e Duemila.


Ogni proiezione, rigorosamente in lingua originale con sottotitoli in italiano, sarà preceduta da un’introduzione critica in 3 step.


#2 m.night shyamalan

“I miei primi due film furono un fallimento e quella fu la cosa migliore che potesse accadermi”. Frase che potrebbe benissimo essere attribuita a Roger Corman, che di fallimenti ne attraversò tanti senza, però, mai perdere un dollaro (leggetevi la sua autobiografia, ndr), ma che invece appartiene a M. Night Shyamalan, uno degli autori di genere più innovativi degli ultimi venti anni. Spesso avvicinato ad Alfred Hitchcock per poetica ed estetica ma anche per i frequenti cammeo all’interno dei suoi film, predilige l’utilizzo del plot twist finale dove il senso del film viene svelato o stravolto, ha una passione/ossessione per l’acqua, gli scantinati e i supereroi. Il trittico di titoli presenti nell’omaggio, uno per decennio, è solo una delle possibili strade percorribili all’interno della sua filmografia (un’altra, più immediata, è la trilogia chiusa nel 2019 da Glass) ma dice molto di come Shyamalan lavori in modo originale e distruttivo sulle certezze dello sguardo e sulla capacità dello spettatore di leggere le immagini e i simboli in esse nascosti.

“My first two films were a failure and that was the best thing that could have happened to me.” Sentence that could be attributed to Roger Corman, who went through many failures without, however, ever losing a dollar (read his autobiography), but which instead belongs to M. Night Shyamalan, one of the most innovative genre authors of the past twenty years. Often approached to Alfred Hitchcock for poetics and aesthetics but also for the frequent cameos within his films, he prefers the use of the final plot twist where the meaning of the film is revealed or distorted, has a passion/obsession for water, basements and superheroes. The triptych of titles present in the tribute, one per decade, is only one of the possible paths within his filmography (another, more immediate, is the trilogy closed in 2019 by Glass) but it says a lot about how Shyamalan works in an original and destructive way on the certainties of the gaze and on the spectator’s ability to read the images and symbols hidden in them.

Ogni proiezione, in lingua originale con sottotitoli in italiano, sarà preceduta da un’introduzione critica in 3 step.
INGRESSO: 5€ intero/ 3€ ridotto con tessera IOinCOMPAGNIA


lunedì 9 MARZO, ore 21.00 [data POSTICIPATa]

  Il sesto senso (The sixth Sense) di M. Night Shyamalan, USA, 1999, 107 min. v.o.eng.sub.ita.

“Questo film non aveva il mio nome alle spalle. Sarebbe stato interessante se fosse stato il mio terzo o quarto film: il pubblico avrebbe reagito allo stesso modo? O avrebbero capito subito come sarebbe andato a finire? È interessante. Questo film mi ha creato una nomea, e ora questa nomea racchiude tutti i suoi “cugini”. È l’unico film che può vivere al di fuori del mio nome.”

This film didn’t have my name behind it. It would have been interesting if it had been my third or fourth film: would the audience have reacted the same way? Or would they immediately understand how it would end? It’s interesting. This film built a name for myself, and now this name contains all its “cousins”. It is the only film that can live over my name.


lunedì 16 MARZO, ore 21.00 [data POSTICIPATa]

E venne il giorno (The Happening) di M. Night Shyamalan, India/USA, 2008, 91 min. VM14 – v.o.eng.sub.ita.

“Devo dire che ogni film che ho realizzato ha a che vedere con una mia paura del momento. In questo caso ero preoccupato per il futuro, ma il film si basa anche sulle fobie tipiche dell’America degli anni ‘50, come la probabile esplosione di una Terza Guerra Mondiale, la lotta alle streghe e la difesa dei diritti civili. Elementi che la fantascienza ha rielaborato in classici come L’invasione degli ultracorpi.”

I have to say that every film I made has something to do with my fear of the moment. In this case I was worried about the future, but the film is also based on the typical phobias of America of the Fifties, such as the probable explosion of a World War III, the witch hunt and the defense of civil rights. Elements that science fiction has reworked in classics such as Invasion of the Body Snatchers.


lunedì 30 MARZO, ore 21.00 [data POSTICIPATa]

The Visit di M. Night Shyamalan, USA, 2015, 94 min. VM14 – v.o.eng.sub.ita.

“Questo film è una specie di rinascita per me. La protagonista è una giovane filmmaker, una ragazza di 15 anni che crede nel potere del cinema. È un po’ come tornare ragazzo per me. I piccoli film hanno molto potenziale, adoro i personaggi e le location più piccole, mi permettono di raccontare delle storie di dimensioni bibliche.”

This film is a kind of rebirth for me. The protagonist is a young filmmaker, a 15 year old girl who believes in the power of cinema. For me, it’s a bit like feeling young again. Low-budget movies have a lot of potential, I love small characters and locations, they allow me to tell stories of biblical dimensions.

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